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Di seguito alcuni estratti

Il Prof. Dott. Marco Sani ha curato la Prefazione

Medico, specialista in medicina legale e delle assicurazioni, docente di ginecologia forense e autore di numerose pubblicazioni scientifiche nel campo della responsabilità professionale. Svolge attività professionale dal 1979 come consulente tecnico d’ufficio del Tribunale di Roma e presso la Procura nel pool della responsabilità sanitaria.

Gli incontri nella vita non avvengono mai per caso: c’è un filo sottile e trasparente che lega eventi, persone, anime, azioni, inspiegabili omissioni, pericolose commissioni. Le persone non si incontrano mai per caso, forse non si cercano ma sanno che devono riconoscersi. Se ciò avviene, perché questo fa parte di un disegno, la chiave interpretativa troverà una sua spiegazione nel tempo e solo se ci si libera da tutte quelle sovrastrutture che ci incatenano.

È sempre difficile far capire che non si deve confondere la complicanza (che in campo medico è un elemento sempre in agguato) dalla inadempienza, il danno-conseguenza del danno da illecito. Il medico nel suo operare deve agire secondo scienza e coscienza rispettando quelle regole di perizia, prudenza e diligenza che devono essere sempre alla base del suo agire. Risponde quindi per avere messo o commesso azioni o procedure che nel caso specifico avrebbe dovuto mettere in essere. In altre parole ha l’obbligo di essere attento dei “mezzi” usati e non risponde dei “risultati” che, purtroppo, spesso non sono in linea con quanto sperato.

“Per ricordarti che ti sarei restata al fianco” rappresenta l’essenza di questi ricordi. Un inno alla vita per tutti noi, a dimostrazione che lo spirito dell’uomo travalica gli stretti spazi corporei e pervade per sempre l’universo dei sentimenti.

Armando De Vincentiis ha curato la Prefazione

Psicologo-psicoterapeuta saggista, divulgatore scientifico e filmaker italiano.

Si occupa di fenomenologia dei comportamenti religiosi, esperto di stati di coscienza e paranormale religioso. È specializzato in psicoterapia sistemico relazionale e famigliare. Ha insegnato come docente a contratto presso l'Istituto Universitario "Progetto Uomo" sponsorizzato dalla Università Pontificia Salesiana di Roma.

È consulente scientifico del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) e coordinatore del Gruppo Cicap Puglia. Nel 2010 gli viene riconosciuto il premio Gran Galà della Cultura Città di Taranto per aver contribuito alla promozione culturale e conoscenza del territorio.

La scomparsa di una persona amata rappresenta la perdita di una parte di sé, poiché essa porta via un pezzo della propria storia, i ricordi, i progetti e tutto ciò che si è condiviso nel corso della vita. 

(...)

Gli studi di psicologia evidenziano come l’elaborazione del lutto sia seguito da una serie di difese che, spesso, possono sfociare in vere e proprie patologie. Il congelamento del tempo è una di queste. 

(...)

È davvero difficile razionalizzare sulla perdita di una persona amata, la razionalizzazione è un tipo di difesa che difficilmente viene reclutata dalla nostra mente ed è il caso in cui ci si rende davvero conto di ciò che è successo, abbandonandosi in una “giusta” depressione che ci consentirà di elaborare, con il tempo, i nostri sentimenti.

(...)

Cos’è allora questo libro? Una difesa creativa? Un modo di sentire vicino la persona che non c’è più? Un contributo che serve a testimoniare cosa può accadere e che, quindi, può essere evitato? Probabilmente è tutto questo, ma ciò che lega questo tutto è un profondo ed umano gesto altruistico!

Ciro Scalera ha curato l'Introduzione

Nato a Caserta il 13 novembre 1957, impegnato sul palco della vita che è il Teatro, è un volto noto dal lungo curriculum anche nel cinema, nella televisione, in radio. Ha da poco coronato il suo sogno d’amore, sposando la sua adorata Lulù.

HA VINTO MARIO! Raramente è capitato che un libro mi sbattesse da un sentimento all’altro e senza complimenti.L’amore di figlia da sempre ha smosso le montagne. Con colpi amorevoli. E furenti. Come lo furono quelli dell’Elettra di Sofocle per Egisto nel rivendicare l’assassinio del padre Agamennone. Anche in ‘Ha vinto Mario’ c’è da rivendicare una vita. E se all’amore filiale si aggiunge, come in ‘Ha vinto Mario’ di Cinzia Tocci, la denuncia sociale, la miscela diventa esplosiva. Da subito il racconto rapisce per il ritmo incalzante e l’originalità dell’intreccio di sentimenti esplosivi, sapientemente non filtrati, ora struggenti, ora glaciali, per dipanare una narrazione che colpisce per l’imprevedibilità che è propria di un cuore ferito. C’è da rivendicare una vita. E chi rivendica è figlia cosciente della solennità di un rapporto, della ricchezza che la vita ti offre quando hai un ruolo, un’identità, necessità sulle quali si è fondata l’Istituzione della famiglia.

E allora è giusto che in un’epoca il cui assioma psicologico è ridotto alla ‘furbizia’, il cuore del lettore sia colpito con ogni mezzo, che fugga, rimbalzi, sospinto dal flusso irruento dell’urlo di un cuore di figlia. Un urlo che cresce, si innalza a tormenta, tifone, diventa sociale, avvolge la gente, i malati, i parenti, discute le leggi, i Diritti, si ferma a curare, a spiegare, esortare, ritorna a ballare, con Mario, papà musicale, galante, ospitale, che già da bambina istruiva a donare.

Senza respiro Cinzia Tocci ci assorbe nel vortice della competizione con l’ingiustizia, cui è doveroso partecipare, ma che è tanto importante quanto difficile vincere. Per la Speranza. E alla fine ha vinto. Ha vinto Mario!

Premessa dell'autrice
da pag. 108 

Forse tutte le nostre vite sono precarie…

Però oggi ci sono gli smartphone e le “App” che ti tengono in contatto con ogni parte del mondo viaggiando alla velocità della rete. E quelle lunghe file alle cabine telefoniche di una volta non sono altro che ricordi…

 

Quanto pagherei per ascoltare ancora la sua voce! Aspetterei in fila il mio turno con i gettoni in mano, se solo fosse possibile… ...

Federica Barbarossa ha curato la Postfazione

Classe 1976, dopo alcune esperienze lavorative, tra le quali nel Poligrafico Zecca di Stato, nell'organizzazione di eventi, nell'azienda familiare, approda nel mondo editoriale nel 2011 con Cinzia Tocci.

(...) Ho sempre creduto nel mio immaginario di bambina, che alcune professioni fossero delle vere e proprie vocazioni, (...)

"Un numero, mi sono sentita un numero, come al supermercato al banco dei salumi: serviamo il numero 23, lei signora che ha il 22 e ha perso un bimbo, torni domani, avanti il prossimo". Con questo stralcio del libro, Cinzia rende molto bene l'idea, un numero… solo un numero, ecco come siamo considerati, dei numeri di passaggio in una catena di montaggio.

 

Con "Ha vinto Mario", ha vinto anche un po' il mio papà. Il suo destino è stato deciso in un ospedale romano per mano della superficialità a soli 53 anni, io ne avevo solo 18 e avevo ancora tanto bisogno del mio papà, anche a me fu detto che l'autopsia sarebbe stata invasiva.Con la vittoria di Mario, molte vittime di un sistema sanitario effimero sono riuscite ad avere la propria rivincita. Affrontare una causa contro questi macigni richiede grandi anticipi economici, va messo in preventivo un grande impegno emozionale e in tutto ciò non sempre trovi lo studio legale pronto ad intraprendere con te questo "viaggio". (...)

(...) Ho vissuto attimo dopo attimo la realizzazione di questo libro, e ancor prima ho vissuto con Cinzia la fase finale del calvario giudiziario. Ricordo con grande amarezza le parole di un legale presente alla penultima udienza che con una cattiveria del tutto gratuita ha esordito dicendo: "A noi chi ci dice che non si è tolto la vita da solo?" Ho guardato negli occhi Cinzia, è ho visto stampato sul suo volto lo schiaffo che aveva appena ricevuto.

Cara Cinzia, ci vuole tanto coraggio e tanto sangue freddo…

Grazie alla tua determinazione e al tuo sangue freddo

"HA VINTO MARIO"

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